Pur avendo partecipato a Sanremo, Irene Grandi non sembra avere una bella visione del Festival, addirittura lo definisce uno spettacolo “finto”.
Partecipare a Sanremo e, se possibile, ottenere un buon risultato, non può che essere motivo di orgoglio. Questa idea è sempre stata valida, lo è ancora di pù in questi ultimi anni in cui sono in tanti ad avere compreso quanto possa essere gratificanti esibirsi in un palco come l’Ariston. A distanza di tempo, però, c’è chi ha avuto modo di vivere in prima persona un’esperienza come questa, e più di una volta, ma non ha la stessa visione di un tempo. E’ il caso di Irene Grandi, che ha avuto modo di uscire allo scoperto con dichiarazioni destinate a fare scalpore,
La cantante toscana è stata in gara per tre volte, ma non sembra avere alcuna intenzione di tornarci, probabilmente perché non è stata così appagata dalla sua esperienza. Il carattere non le manca, per questo non teme di essere messa in secondo piano per questa scelta, né è convinta che chi viene scelto abbia davvero grandi meriti.
Irene Grandi senza freni: ecco il suo pensiero su Sanremo
Si sottolinea spesso come sia importante vivere un’esperienza in prima persona per poterla giudicare con piena consapevolezza, con tutti i pro e i contro. Questo vale anche per il Festival di Sanremo, manifestazione che Irene Grandi ha vissuto da vicino per tre volte.
La sua prima presenza all’Ariston risale agli anni ’90 in un’epoca in cui la kermesse era totalmente diversa da oggi, non a caso anche chi lo guardava aveva poco interesse. Lei ci tiene a sottolinearlo, pur avendo accettato di partecipare senza troppa convinzione: “Avevo l’occasione di firmare con Warner per il mio primo disco – ha detto a Daniele Tinti e Stefano Rapone nel podcast ‘Tintoria’ -. Lavoravo da un paio d’anni con Telonio. Ci siamo inventati questa musica italiana non proprio italiana, una cosa che non esisteva tanto. Mi dissero che avevano provato a mettermi a Sanremo, un Festival che era diverso da oggi. Era importante, ma non piaceva quasi a nessuno, era finto, con le basi e il playback. Tutto è ricominciato con Pippo Baudo, che ha voluto l’orchestra dal vivo”.
Vincere può essere gratificante, ma non è detto sia decisivo per ottenere successo, lei stessa ne è la dimostrazione. L’artista toscana, infatti, è arrivata seconda ma con un brano che viene ricordato di più di quello che ha poi trionfato: era il 2000, lei aveva portato “La tua ragazza sempre“, finita dietro “Sentimento” degli Avion Travel, canzone che non è entrata negli annali della musica. “Tutti si ricordano la mia canzone, ma non chi aveva vinto. È stata la mia rivincita”.
La Grandi ha smontato anche un’atra convinzione che hanno in tanti, quella relativa ai guadagni che si percepiscono. “Il denaro che gira a Sanremo viene dato al produttore discografico, ma lo spendi tutto. Una camera che costa 60 euro te la fanno pagare 600. Sanremo ci dà i soldi ma se li ripigli. La Rai dà ai cantanti un compenso di 200 euro. Chi vuole invitare qualcuno deve pagare, se non erro devi acquistare minimo due serate e costano minimo 300 euro l’una. Non c’è alcun guadagno, si tratta di un investimento che può arrivare dopo“.
Irene Grandi ne ha pure per Amadeus.
“UN TEMPO A SANREMO SI METTEVANO INSIEME GUSTI ETEROGENEI. NON COME AMADEUS. QUELLO È NON GUSTO”.
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— Massimo Falcioni (@falcions85) December 4, 2024
Non è mancata anche una frecciata ad Amadeus, da tutti ritenuto l’artefice del successo delle ultime edizioni, che l’ha chiamata nel 2020. “Un tempo a Sanremo si mettevano insieme gusti eterogenei. Non come Amadeus. Quello è non gusto” – ha concluso.