Partecipa a Cucine da incubo, 8 anni dopo la scoperta assurda di Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo ha fatto una scoperta inaspettata, a cui inizialmente non poteva credere: lo ha fatto una persona che aveva partecipato a “Cucine da incubo”.

Decidere di partecipare a “Cucine da incubo” può essere un’occasione per un ristoratore per provare a salvare il proprio locale, che sta vivendo una fase di grossa crisi, spesso quasi irreversibile. Chi segue il programma lo sa, i concorrenti si ritrovano spesso con ristoranti vuoti o con pochissimi clienti, chi decide di mangiare da loro si lamenta per la qualità dei pasti e poi difficilmente vuole tornare.

Antonino Cannavacciuolo Cucine da incubo
Partecipa a Cucine da incubo, 8 anni dopo la scoperta assurda di Cannavacciuolo ANSA FOTO Mercatiaconfronto.it

Avere il supporto di uno come Antonino Cannavacciuolo può quindi rappresentare un’ultima spiaggia a cui provare ad aggrapparsi, anche per evitare la chiusura definitiva. Lo chef, infatti, è il primo a decidere di pranzare o cenare nel ristorante che lo ha contattato, così da capire cosa davvero non va, per poi notare quali siano le lamentele dei clienti e avere un’idea precisa della situazione. I suoi suggerimenti sono spesso davvero preziosi e rappresentano una manna dal cielo per chi li riceve, che può così tornare a lavorare e portare avanti la propria attività. A volte però anche per il giudice di “Masterchef” si verificano brutte sorprese che può essere difficile mandare giù.

Il gesto folle di un ex protagonista di “Cucine da incubo”: le conseguenze per Cannavacciuolo

Partecipare a un programma Tv regala certamente grande visibilità, se chi decide di farlo ha una sua attività personale non può che augurarsi che le cose vadano meglio, a livello economico e non solo. Questo vale a maggior ragione per++ il cui successo (o insuccesso) può essere condizionato anche dalle recensioni positive o negative che si possono trovare in rete. Nel caso di “Cucine da incubo” questa può rivelarsi spesso l’ultima possibilità per evitare il tracollo, visto che chi decide di contattare la redazione spesso ha conti in rosso già da tempo e non sa più come andare avanti.

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Il gesto folle di un ex protagonista di “Cucine da incubo”: le conseguenze per Cannavacciuolo ANSA FOTO Mercatiaconfronto.it

In questi casi Antonino Cannavacciuolo non esita a dare consigli preziosi dall’alto della sua esperienza, cercando di comprendere come possa sentirsi chi vive una situazione difficile. Non solo, è lui stesso ad affiancare i cuochi dei vari ristoranti e a svelare loro nuove ricette, che arrivano a preparare insieme, così da conoscere anche i “trucchi” del mestiere. A volte, però, c’è chi sembra approfittare troppo dell’occasione che ha avuto e arriva addirittura ad avere problemi con la legge, senza rendersi conto della scorrettezza commessa.

Il riferimento è a quanto fatto da due coniugi di origine cubana di 34 e 52 anni, che i telespettatori avevano avuto modo di vedere nello show cooking otto anni fa, che ora sono stati condannati dal Tribunale di Ravenna a quattro mesi e 3.000 euro di multa per uso in concorso di marchio registrato. E non si tratta di un marchio qualsiasi, ma proprio quello dello chef partenopeo.

Antonino Cannavacciuolo
Venuto a conoscenza dei fatti, Antonino Cannavacciuolo ha scelto di agire legalmente ANSA FOTO Mercatiaconfronto.it

A far scaturire l’azione legale era stato proprio Cannavacciuolo, che aveva scoperto attraverso una segnalazione su Facebook quanto stava accadendo presso il ristorante-pizzeria “Saporetti” di Marina di Ravenna. Qui, infatti, i clienti avevano la possibilità trovare un menu con il suo nome, scelto evidentemente per sottolineare il legame che loro avevano avuto con il professionista. Incuranti delle possibili conseguenze, i due avevano addirittura sponsorizzato la loro scelta attraverso un camion vela con la sua foto.

In un primo momento Cannavacciuolo aveva scelto di contattare il locale attraverso la sua segretaria, che aveva finto di essere una cliente, così da carpire maggiori informazioni. Successivamente è arrivata la denuncia ai carabinieri della stazione di Orta San Giulio (Novara), affiancata da una precisazione importante: “Il mio marchio è registrato nel 2017 e non ne ho mai concesso l’utilizzo. Ho conosciuto la ragazza cubana nel 2016 attraverso ‘Cucine da Incubo’ a Mantova, ma non poteva usare la mia immagine se non in quel contesto. La condanna è stata quindi inevitabile, nonostante i due abbiano già deciso di voler fare ricorso (adesso gestiscono un ristorante a Reggio Emilia).

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