PMI - piccole e medie imprese

Vista l’importanza economica che ricoprono le PMI in Europa, la Commissione europea ha adottato il 6 maggio 2003 una Raccomandazione (2003/361/CE), entrata in vigore il 1° gennaio 2005 relativa alla definizione di PMI che sostituisce la Raccomandazione del 1996 (96/280/CE).

In un mercato unico senza frontiere interne, è infatti essenziale che le misure a favore delle PMI siano basate su una definizione comune in modo da assicurare coerenza, efficacia e limitare le distorsioni della concorrenza. Questo è tanto più necessario se si considera la forte interazione tra le misure nazionali e quelle comunitarie a favore delle PMI. Attraverso la nuova definizione la Commissione europea intende promuovere l’innovazione e favorire le partnership, garantendo al tempo stesso che le azioni di sostegno si concentrino sulle imprese che hanno realmente bisogno di assistenza. 

L’articolo 2 dell’allegato alla raccomandazione 2003/361/CE definisce le micro, piccole e medie imprese come segue:

 
  1. La categoria delle microimprese delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) e costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro.

  2. Nella categoria delle PMI si definisce piccola impresa un'impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro.

  3. Nella categoria delle PMI si definisce microimpresa un'impresa che occupa meno di 10 e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro.

  La definizione può essere schematizzata come segue:

 

Categoria

di impresa

Occupati

Cifra d’affari

Totale del

bilancio

Media

< 250

≤ 50 milioni di euro

≤ 43 milioni di euro

Piccola

< 50

≤ 10 milioni di euro

≤ 10 milioni di euro

Micro

< 10

≤ 2 milioni di euro

≤ 2 milioni di euro


Le modifiche alla nuova definizione di PMI si basano in gran parte su delle consultazioni pubbliche, organizzate dalla Commissione europea, tra il 2001 e 2002. I cambiamenti più significativi apportati dalla nuova definizione sono: 
 

La definizione può essere schematizzata come segue: 
 

  • chiarire la tipologia di impresa. Nello specifico si tratta della distinzione in tre categorie: ‘imprese autonome’, ‘imprese associate’, ‘imprese collegate’ e di introdurre un metodo di calcolo per le soglie che danno un’immagine realistica del potere economico delle imprese;

  • non considerare più nel calcolo dei criteri i tirocinanti o gli studenti in formazione professionale al fine di incoraggiare la formazione professionale;

  • proporre un modello di dichiarazione4 destinato ad essere compilato dalle imprese, al fine di evitare incertezze di interpretazione per quanto riguarda la definizione di imprese e di diminuire gli obblighi amministrativi. 

Allargare le categorie di esenzione agli istituti di ricerca e ai fondi di capitale di rischio al fine di incoraggiare il finanziamento delle PMI da parte di capitali propri e promuovere la ricerca.  

Le definizione di PMI e attualmente in revisione da parte della Commissione europea.