Indonesia

DOCUMENTI DI SPEDIZIONE

 

Oltre alla dichiarazione in dogana (DAU o suo equivalente) usualmente richiesta salvo all'interno dell'Unione europea, le spedizioni destinate in Indonesia devono essere accompagnate dai documenti di seguito citati.
Per ulteriori informazioni consultare il sito Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: https://www.agenziadoganemonopoli.gov.it/portale/

 

a) Fattura commerciale
Redatta in inglese, minimo in tre esemplari, deve contenere le menzioni abituali.

 

b) Certificato di origine
Su richiesta dell’importatore, il documento deve essere redatto sul formulario comunitario e vistato dalla camera di commercio e industria competente.
Il certificato di origine è inoltre richiesto per l'esportazione di prodotti soggetti all'ispezione pre-imbarco e per determinati prodotti della pesca.
Le regole relative all’emissione e impiego dei certificati di origine sono precisate nell'Allegato XI.

 

c) Certificato fitosanitario (1) 
Per la frutta, i legumi, le sementi ed altri vegetali.

 

d) Certificato sanitario (2) 
Per la carne e sottoprodotti di origine animale (latte, uova, preparazione di carni, ecc..).
Per i prodotti di origine animale, l'importatore deve disporre di una licenza il cui numero deve figurare sul certificato sanitario prodotto dall'esportatore.

 

e) Certificato Halal (3) 
Tutti i prodotti a base di carne e prodotti lattiero-caseari importati (ad eccezione della carne suina) devono essere accompagnati da un certificato Halal.

 

f) Certificato di libera vendita dei cosmetici (4) 
Attesta che i prodotti spediti sono conformi alla normativa comunitaria (Reg. CE 1223/2009) e quindi in libera e corrente vendita sul territorio italiano così come in tutti i paesi dell’Unione europea.

 
 
Da sapere: i documenti emessi da un'amministrazione direttamente correlati a un'operazione commerciale o doganale (ad esempio, certificato sanitario) devono essere legalizzati.

 
 
 
TRASPORTO, IMBALLAGGIO, ETICHETTATURA

 
 
a) Documento di trasporto
I principali documenti di trasporto sono: la polizza di carico, la lettera di vettura aerea Air Waybill (AWB), la lettera di vettura internazionale CMR (Convention des Merchandises par Route).

 

b) Lista dei colli
Questa lista riassume tutte le merci esportate e ne precisa il volume, il numero dei colli, le casse, i contenitori e la quantità esatta delle merci.

 

c) Assicurazione trasporto
Esiste l’obbligo di assicurazione locale, vale a dire l'obbligo di garantire in Indonesia, il trasporto internazionale di merci.

 
 
d) Trattamento degli imballaggi in legno
Gli imballaggi in legno a destinazione dell’Indonesia devono essere trattati seconda la norma ISPM n.15-FAO.
Per maggiori informazioni sul trattamento degli imballaggi in legno consultare il sito web: https://www.ippc.int/en/countries/indonesia/

 

e) Etichettatura
Si consiglia di consultare l'importatore per la marcatura, l'etichettatura e l'imballaggio dei prodotti, in particolare alimenti e bevande alcoliche. Le etichette non devono essere rimovibili.
L'etichetta deve essere in indonesiano. Esistono requisiti di etichettatura variabili a seconda del prodotto.

 

ISPEZIONE E CONTROLLO DELLE MERCI

 
I prodotti alimentari, le bevande, le scarpe, i prodotti tessili, i giocattoli, i prodotti elettronici, acciaio, vetro piano, prodotti pericolosi ecc. sono soggetti a controllo come parte del programma di verifica delle importazioni. Questo controllo in Italia è realizzato dalla SGS e da COTECNA.

 
 
 

 
 
 
 
 
Capitale: Jakarta
Città Principali: Bandung, Surabazza, Medan
Superficie (km²): 1.910,900 (Banca Mondiale 2017)
Popolazione: 263,99 milioni (Banca Mondiale 2017)
Reddito Nazionale: PPA(*): 3.140,24 miliardi US$ (Banca Mondiale 2017)
Reddito Nazionale/pro-capite: PPA(*): 11.900 US$ (Banca Mondiale 2017)
PIL: 1.015,54 miliardi US$ (Banca Mond.2017)
Settori economici: industria (fertilizzanti chimici, tessile, pneumatici in gomma, abbigliamento e calzature); servizi (settore bancario)
Religioni: musulmani (87%), protestanti (6%)
Lingue ufficiali: indonesiano (malese)
Moneta: Rupia indonesiana
Fuso orario: zona occidentale, 7 ore avanti rispetto all’orario del meridiano di Greenwich; zona centrale, 8 ore avanti rispetto all’orario del meridiano di Greenwich; zona orientale, 9 ore avanti rispetto all’orario del meridiano di Greenwich. Rispetto all’Italia bisogna sempre scalare 1 ora da quelle indicate nelle varie zone.

 
 
(*)PPA – parità potere di acquisto 

 

L'Indonesia è il più grande arcipelago del mondo (ufficialmente 17.508 isole di cui 6.000 sono abitate). È membro dell'APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation Forum), che aiuta ad implementare la liberalizzazione del commercio e degli investimenti tra i suoi 21 membri. Questo forum ha lanciato l'idea di un'area di libero scambio Asia-Pacifico (FTAAP).

L'Indonesia fa anche parte dell'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN), che ha istituito una zona di libero scambio tra i suoi membri denominata AFTA (Area di libero scambio Asean). L'ASEAN sta ora lavorando alla creazione di una ASEAN Economic Community (AEC) il cui obiettivo finale è la creazione di un mercato unico e una base di produzione in cui il movimento delle merci, i servizi, gli investimenti e la manodopera qualificata saranno gratuiti e quelli di capitale facilitati.

L'Indonesia ha accordi bilaterali di libero scambio con il Giappone, l'Australia, ecc. Gli accordi sono elencati sul sito web del Ministero del Commercio.

L'Indonesia è membro del WTO dal 1° gennaio 1995.

Come parte dell'ASEAN, l'Indonesia beneficia del dialogo ad alto livello istituito con l'UE. In attesa della negoziazione di un accordo di libero scambio tra l'UE e l'ASEAN, l'UE sta portando avanti i negoziati per gli accordi di libero scambio con ogni membro di questa organizzazione.
Il 18 luglio 2016 sono stati avviati negoziati per la conclusione di un accordo di libero scambio tra l'UE e l'Indonesia. Inoltre, nel 2014 è stato firmato un accordo di partenariato e cooperazione con l'UE.

Lo stato dei negoziati/conclusioni dell'ALS tra l'UE e l'Indonesia è disponibile sul sito web della Commissione europea –DG trade.

Nel settore delle importazioni, vengono ridotte le tariffe e le barriere non tariffarie. D'altro canto, il paese beneficia del sistema di preferenze generalizzate dell'UE, che consente a molti prodotti indonesiani di entrare nell'UE senza dazi doganali.

Infine, il paese ha zone franche, la più grande delle quali si trova nella regione di Batam.
L'evoluzione delle relazioni politiche tra l'UE e l'Indonesia è disponibile sul sito Azione esterna dell’UE.

 

 
Grado di apertura del mercato
L'Indonesia presenta barriere commerciali che possono essere riassunte come segue: requisiti imposti agli importatori (sistema di licenze diverso a seconda della destinazione del prodotto importato), requisiti di importazione per prodotti alimentari e farmaceutici (registrazione di prodotti, molti certificati, permessi di importazione, ecc.), restrizioni del punto di ingresso per molti prodotti inclusi giocattoli, prodotti alimentari, ecc., ispezione prima della spedizione.

Lo sportello unico indonesiano consente l'elaborazione di documenti doganali, la presentazione di domande di licenza e il pagamento di tasse online. Questo sistema è operativo nei primi dieci punti di entrata in dogana, dove si stima che il 90% delle merci entri e lasci il paese. Si stanno inoltre compiendo sforzi per migliorare la gestione dei rischi e facilitare gli scambi attraverso il sistema AEO (Operatore Economico Autorizzato) in corso di realizzazione.

Gli standard nazionali sono, per quanto possibile, sviluppati in conformità con gli standard internazionali. Circa il 3% di tutti gli standard sono obbligatori. Diverse norme hanno sollevato preoccupazioni come quelle relative all'approvazione dell'etichettatura dei prodotti prima di entrare nel territorio indonesiano.
PASSAPORTO E VISTI
 
Passaporto: necessario, con validità residua di almeno 6 mesi alla data di uscita prevista dall’Indonesia. 
Recentemente si sono registrati casi di turisti italiani a cui è stato rifiutato l’ingresso nel Paese a seguito della contestazione da parte delle Autorità indonesiane di immigrazione sull’integrità del libretto del passaporto (copertina scollata). Si raccomanda pertanto di verificare l’integrità del passaporto prima di intraprendere viaggi in Indonesia.
A fronte di casi di connazionali fermati e trattenuti in cella fino ad identificazione, perché privi di documenti di identità, si ricorda che i turisti sono tenuti a portare sempre con sé il proprio passaporto.

Visto d’ingresso: I cittadini italiani, in possesso di passaporto valido almeno per sei mesi, che intendano recarsi in Indonesia per un periodo non superiore a 30 giorni e per motivi di turismo, visite socio-culturali, istruzione o training, affari, partecipazione a seminari e conferenze e transito  sono esenti dalla richiesta di visto se entrano nel Paese dagli Aeroporti, Porti e frontiere terrestri elencati nel seguente link:
A causa della recente adozione della suddetta normativa e dell’ancor non consolidata prassi, si avvisano i connazionali che si sono verificati casi in cui, una volta concessa l’entrata da uno degli aeroporti o porti summenzionati, sia stata successivamente proibita l’uscita da un porto o aeroporto non incluso nella precedente lista. Si consiglia, pertanto, ai connazionali che dovessero entrare nel Paese da uno dei porti o aeroporti menzionati di organizzare il proprio itinerario prevedendo l’uscita dal Paese da una delle frontiere indicate.
Le Autorità indonesiane hanno recentemente sottolineato come per i detentori di Passaporti Temporanei non sia possibile ottenere il visto all’ingresso nel Paese, ma che è necessario ottenere un visto ad hoc presso la locale Rappresentanza Diplomatica indonesiana. Si consiglia ai connazionali in possesso di tale documento di informarsi presso le competenti Ambasciate indonesiane.  
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Rappresentanza diplomatica o consolare del Paese presente in Italia.

Richiesta del visto prima della partenza presso l’Ambasciata di Indonesia a Roma. La richiesta presso l’Ambasciata è obbligatoria per tutte le altre tipologie di visto, come ad esempio il visto per affari. E’ possibile richiedere un visto multiplo d’affari al costo di circa $ USA 75. I visti ottenuti presso l’Ambasciata possono avere una durata maggiore (sino a 60 giorni) e sono rinnovabili. In particolare, per l’esercizio di attività giornalistica (incluso attività fotografica per articoli giornalistici) deve essere rilasciato un apposito visto d’ingresso. Al riguardo si raccomanda di richiedere all’Ambasciata, oltre al rilascio del visto, anche le altre autorizzazioni ministeriali per l’esercizio dell’attività giornalistica. Per questa particolare attività, inoltre, è richiesta sempre la registrazione preventiva e personale degli interessati presso il competente ufficio del Ministero degli Affari Esteri indonesiano a Jakarta. Per visite in particolari regioni, come ad esempio Papua o Aceh, oltre al visto occorre anche richiedere all’Ambasciata indonesiana le informazioni aggiornate per ottenere le eventuali speciali autorizzazioni necessarie per l’ingresso in dette regioni.

Si segnala che un soggiorno più lungo di quello concesso dal visto e/o lo svolgimento di attività diverse da quelle per le quali il visto è stato rilasciato, costituiscono in Indonesia una grave violazione delle leggi sull'immigrazione e come tali vengono sanzionate con elevate pene pecuniarie e detentive fino a cinque anni. Per ogni giorno di soggiorno illegale in Indonesia è previsto il pagamento di una multa di 25 USD da pagare in contanti. Si consiglia di reperire informazioni aggiornate al riguardo direttamente presso l’Ambasciata Indonesiana a Roma o presso il proprio agente di viaggio.
 
 
INDIRIZZI UTILI
 
Italian Embassy in Jakarta: www.ambjakarta.esteri.it
Ministry of Trade: www.kemendag.go.id
National Investment Coordinating Board: www.bkpm.go.id
Ministry of Industry: www.kemenperin.go.id

 

(1) I Certificati fitosanitari di esportazione, sono rilasciati dal servizio fitosanitario delle Regioni di appartenenza.
L'organo competente è il Servizio Fitosanitario Nazionale, costituito dal Servizio Fitosanitario Centrale presso il Ministero Agricoltura e dai Servizi Fitosanitari Regionali (SFR) presso le Regioni.
Il Servizio Fitosanitario Centrale ha compiti di coordinamento, mentre ad operare sul territorio sono i SFR.
Il personale abilitato all'attuazione della normativa fitosanitaria possiede la qualifica di 'Ispettore Fitosanitario' ed è munito di apposita tessera di riconoscimento.

 

(2) I certificati sanitari per i prodotti animali vari (ittici, molluschi ecc.) e derivati animali come latticini formaggi ecc. I certificati vengono rilasciati dal servizio veterinario delle ASL di appartenenza.
Per ulteriori informazioni consultare il sito Ministero della salute.

 

(3) La certificazione halal, che non sostituisce il previsto certificato sanitario, accompagna le carni che dall'Italia vanno all'estero. Halal è un termine arabo che vuol dire “lecito”, cioè fatto a regola, secondo i dettami della shari’a, la legge coranica.
Il Centro Islamico Culturale d'Italia (Viale della Moschea – 00197 Roma Tel. 06/8082258) sovrintende la Grande Moschea di Roma, è l’unico ente musulmano riconosciuto ufficialmente dalla Repubblica Italiana con DPR del 21 dicembre 1974 n.712.
Halal Italy Authority - è l'Organo ufficiale di Certificazione di Qualità Halal in Italia, riconosciuto da MUI (Majelis Ulama Indonesia), in rappresentanza dell'Autorità Internazionale di Certificazione Islamica (Halal International Authority - HIA) riconosciuta dalle Organizzazioni Governative, Organizzazioni non Governative, Associazioni dei Consumatori Halal e dalle Autorità e Rappresentanze Religiose dell'Islam nel mondo.
La certificazione halal può essere rilasciata anche da Halal Italia. Il 30 giugno 2010 il Ministero della salute, con il Ministero degli affari esteri, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha, infatti, sottoscritto la Convenzione interministeriale a sostegno dell'iniziativa Halal Italia, con l'obiettivo di promuovere la certificazione volontaria di qualità per le aziende italiane, che attesta la conformità alle prescrizioni religiose islamiche per i prodotti agro-alimentari, cosmetici e farmaceutici sotto il controllo del Comitato etico di certificazione halal della COREIS Italiana (Comunità Religiosa Islamica).

 
 
(4) Per i prodotti cosmetici può essere richiesto sia il certificato di libera vendita, sia l'attestato di libera vendita.
Per il Rilascio Certificati di Libera Vendita (CLV) per esportazione di prodotti Cosmetici in Paesi al di fuori dell'Unione europea (extra UE), vedi sito del Ministero della salute.